giovedì 31 maggio 2007

La ricerca italiana si affida a Bill Gates

Tutti sanno dell'esistenza del software libero (se non lo sapete che c#770 di ingegneri mutanti siete?) meno forse il nostro Paese... le pubbliche amministrazioni, le scuole e, purtroppo, anche gran parte dell'università italiana non lo utilizza e così facendo impiega dei soldi che potrebbero essere investiti in ben altri progetti.
E' di poche settimane fa la notizia dell'accordo raggiunto tra il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Mussi e la Microsoft per la creazione di tre centri di ricerca, In Piemonte, Toscana e Campania (per il testo dell'accordo cliccare qui).
Questi tre Innovation Center finanziati dalla MS e dal Governo italiano, dedicati a raccordare università e industria e a creare nuove opportunità per le imprese, sembrano una bella cosa ma.... nel mondo accademico non dovrebbe prevalere l'utilizzo di software open source (come Linux) perché, grazie al suo contenuto aperto e pubblico, può essere studiato, modificato, adattato? E allora non si capisce perché il Governo abbia deciso di affidarsi ad una azienda che produce software proprietario, chiuso e immodificabile!!!...
Sono pertanto pienamente condivisibili le considerazioni del presidente della commissione cultura Folena, riassumibili in 4 punti, che riporto qui sotto:

1) i risultati di tali ricerche, a chi apparterranno? Alla comunità, ai cittadini, allo Stato oppure a Microsoft? E sì perché il software “proprietario” si basa su un modello esattamente opposto a quello della ricerca libera. E’ legittimo, ma che c’entra lo Stato con tutto ciò?
2) il software libero (Gnu, Linux, eccetera) è il software principe dell’Università e della ricerca. Basti pensare che l’Università di Berkeley ha sviluppato un sistema operativo ed una speciale licenza di software libero chiamata BSD e che anche altre università americane e non solo hanno fatto lo stesso
3) perché accade così? è semplice: perché il software libero si può studiare, modificare e ridistribuire liberamente, quello proprietario no. E’ ovvio che le università e i centri di ricerca adottino questo software molto più di quello proprietario
4) non lo dico io, lo dice la Fondazione della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane:
http://www.fondazionecrui.it/link/?ID=2746

A conclusione di questo discorso un filmato tratto dalla trasmissione REPORT di Rai 3 della scorsa settimana dove si parla della scelta della provincia di Bolzano di dotare le scuole di pc con installato solo sofware libero. Così facendo invece di spendere 269.000 € (necessari ogni anno per aggiornare i programmi) ne spendono solamente 27.000 di manutenzione
Le persone in gamba ci sono. Ma anche queste bisogna scovarle...

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